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Eccoci al nuovo appuntamento con il Cineforum di Rizza.

Ricordiamo che per l'ingresso al cinema è sempre necessaria la mascherina FFP2 e il green pass rafforzato a partire dai 12 anni di età. 

La sala è igienizzata ad ogni proiezione e sono previsti percorsi di ingresso e uscita in modo da non creare assembramenti e consentire il distanziamento.

Da parte nostra il consueto impegno per garantire la fruizione degli spettacoli in tutta sicurezza!

Vi aspettiamo anche Sabato 12 e Domenica 13 febbraio con i film:

Lo Staff di Cinema Teatro Rizza

15° film della rassegna Cineforum di Rizza

In occasione della proiezione del film "Ariaferma" avremo il piacere di ospitare in sala il Cappellano del carcere di Padova, Padre Alberto Onofri, che insieme a Don Simone, Parroco di Rizza, sono presenza pastorale nelle carceri per una breve testimonianza.

Ariaferma

Regia: Leonardo Di Costanzo

Cast: Toni Servillo, Silvio Orlando, Fabrizio Ferracane, Salvatore Striano, Roberto De Francesco

Genere: Drammatico

Durata: 117 minuti

Date e Orari

Tessere Cineforum oppure Biglietto € 6.50

"Di Costanzo scandaglia l'animo umano giocando con lo spazio e con molteplicità dei punti di vista. Presentato fuori concorso, Ariaferma è uno dei migliori film in assoluto visti all’ultima Mostra di Venezia."

SINOSSI

Un carcere ormai in degrado sta per essere chiuso. Arriva però un contrordine: 12 detenuti ed alcuni agenti di polizia penitenziaria dovranno restarci un po’ più a lungo degli altri perché la struttura che dovrebbe accogliere i detenuti non è a momento disponibile. Diventa quindi necessario gestire in modo nuovo il rapporto considerato che gran parte dell’edificio è ormai chiusa...

ASPETTANDO LA PROIEZIONE

Carcerieri e carcerati non sono uguali. Gaetano Gargiulo (Toni Servillo) ci tiene a metterlo in chiaro. Ma viene difficile credere che lo pensi veramente, glielo si legge in faccia. La volontà del regista pare quella di proporre una riflessione su quanto ci sia di comune tra la vita di un secondino e di un ergastolano, cosa resa possibile in un confronto intimo tra i membri rimasti del personale di polizia penitenziaria che lavora nel fittizio carcere di Mortana e i 12 carcerati bloccati da “questioni burocratiche”, e dunque in attesa di un trasferimento. Nel frattempo tutti dovranno convivere all’interno del carcere, in una situazione difficile da gestire, senza personale base e quindi senza risorse, con il forte rischio che una rivolta scoppi da un momento all’altro.

La situazione ha dell’assurdo. Il tempo si ferma in tutti i sensi, sia perché la situazione si fa sempre più scomoda e sembra spesso di essere sul punto di una rivolta indomabile, sia perché la data del trasferimento è ignota, e nessuno ha la minima idea di quanto ci vorrà prima che tutto si concluda. L’unica certezza per i secondini è che bisogna cercare di mantenere lo status quo, in qualunque modo. Non bastasse la clausura, in modo tale da poter tenere i pochi superstiti sotto controllo regolarmente, questi vengono spostati in un padiglione unico, concentrico, che esprime ancora meglio il senso di claustrofobia perpetua vissuto da tutti i personaggi. Perché per quanto Gargiulo, almeno a parole, si rifiuti di ammetterlo, all’interno della vita di un carcere non c’è distinzione tra prigionieri e poliziotti, perché tutti sono rinchiusi, conducono una vita abitudinaria ed alienante e a tutti non resta solo che attendere un destino migliore.

E’ solo quando il giovane Fantaccini si aggiunge ai 12, in attesa di un processo, che viene fuori tutto il lato umano del condannato. Il ragazzo fa dentro e fuori di prigione da parecchio tempo, tanto che ormai è conosciuto dai secondini, che quasi provano pietà per la sua condizione. Questa volta potrebbe averla fatta grossa perché l’anziana vittima del suo scippo è in fin di vita, tanto da portare il giovane sull’orlo del baratro, pronto a compiere un gesto estremo, sventato dal pronto intervento di Gargiulo e Lagioia, con quest’ultimo che lo prende sotto la sua ala protettiva, dimostrando una comprensione assolutamente inaspettata. Lagioia sta per finire di scontare la sua pena, e se è pur vero che creare problemi nella sua posizione sarebbe assolutamente deleterio, è innegabile che questi rappresenti una speranza, una piccola luce in lontananza nell’oscurità della redenzione. Nell’ecosistema del carcere di Mortana i detenuti che ci vengono presentati sembrano tutt’altro che pericolosi. Si è creata una coesione, sia negli intenti che nell’appartenenza, tra un gruppo di individui che, per motivi che non ci vengono mai espressamente rivelati, si ritrovano in una situazione che più che agitarli e fomentarli li tranquillizza, perché per loro tutto questo somiglia più ad un accenno di umanità, e forse sta proprio qui la reale differenza tra le due parti in causa, nel modo di leggere una situazione così rocambolesca. Un’umanità che culmina nella scena madre di Ariaferma, quando manca la luce in tutto il carcere, all’ora di cena, e i secondini sono costretti a illuminare manualmente un improvvisato banchetto tra carcerati. La scena è umanamente straordinaria, perché lascia trasparire in ogni minimo dettaglio tutta la forza della semplicità di un gruppo di uomini, che prima di essere criminali sono esseri umani, riunito per celebrare fortunosamente un rarissimo momento di quotidianità.

A livello attoriale Ariaferma è portato avanti dalla caparbietà di Silvio Orlando (che interpreta il boss Carmine Lagioia) e Toni Servillo, autentici mattatori su tutta la scena. I due estremi di una catena inevitabilmente coesa, con una concezione di vita e di giustizia diametralmente opposte, ma che in uno scenario così drammatico risultano essere vicinissime.

Il mood di Ariaferma è molto riflessivo, silenzioso. Lascia lo spettatore ad interrogarsi su quanto una condizione simile possa rivelarsi dannosa e pericolosa, perché la ribellione sembra sempre sul punto di esplodere. E’ dunque un film in cui l’attesa la fa da padrone e si pone come tematica centrale, con una temporalità che scorre pesante, senza far capire quanto tempo effettivamente passi, potrebbero essere lì dentro da giorni, oppure mesi, e potrebbero restarci per anni, ma l’aria si ferma e congela le speranze dell’uomo, che non può fare altro che adattarsi e mettere da parte l’ostilità.

NOTE DI REGIA

Il carcere di Mortana nella realtà non esiste: è un luogo immaginario, costruito dopo aver visitato molte carceri. Quasi ovunque abbiamo trovato grande disponibilità a parlare, a raccontarsi; è capitato che gli incontri coinvolgessero insieme agenti, direzione e qualche detenuto. Allora era facile che si creasse uno strano clima di convivialità, facevano quasi a gara nel raccontare storie. Si rideva anche. Poi, quando il convivio finiva, tutti rientravano nei loro ruoli e gli uomini in divisa, chiavi in mano, riaccompagnavano nelle celle gli altri, i detenuti. Di fronte a questo drastico ritorno alla realtà, noi esterni avvertivamo spaesamento. E proprio questo senso di spaesamento ha guidato la realizzazione del film: Ariaferma non racconta le condizioni delle carceri italiane. È forse un film sull’assurdità del carcere.

Leonardo Di Costanzo

Vedi il Trailer

 

TUTTA LA PROGRAMMAZIONE DA SABATO 12 FEBBRAIO 2022

20:30  

15:00 e ore 16:30 

16:30 e ore 21:00 

20:30 

16:30  e ore 21:00 

Martedì 22 febbraio ore 20:30 

16:30 e ore 21:00 
 

INDICAZIONI PER L'ACCESSO ALLA SALA

 

Informazioni relative alle modalità di fruizione dei film sulla base della normativa attualmente vigente:

Si invita a seguire le indicazioni della segnaletica orizzontale e verticale predisposta per creare percorsi ordinati ed evitare assembramenti.

E' garantita la pulizia e disinfezione della sala ad ogni utilizzo.

Attenzione: la biglietteria apre 45 minuti prima della proiezione (il lunedì pomeriggio apre alle 16:00, 30 minuti prima). 

Vi ringraziamo per la collaborazione e vi auguriamo una buona visione! 

 

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