Appuntamento n.14 con il nostro variegato Cineforum. La settimana prossima è in programma "Sì, chef (la brigade)", una commedia francese dove la cucina risolleva gli animi e accende una speranza sul futuro.
Vi aspettiamo.
Lo Staff di Cinema Teatro Rizza.
Regia: Louis-Julien Petit
Con: Audrey Lamy, François Cluzet, Chantal Neuwirth, Fatou Kaba, Yannick Kalombo
Genere: Commedia
Durata: 105 minuti
Ingresso con tessera Cineforum oppure Biglietto € 6.50
"Una commedia sociale deliziosa, mai retorica e sempre in equilibrio tra leggerezza e dramma".
SINOSSI
Cathy è una sous-chef con il sogno di aprire un ristorante. Quando si troverà in difficoltà, accetterà un lavoro come cuoca per minorenni migranti. Un lavoro che piano piano le piacerà: sarà il modo con cui saprà contagiare i giovani con il suo amore per la cucina e avere lei stessa consapevolezza sul tema della migrazione e dei rimpatri.
APPARENTEMENTE UN FEEL-GOOD MOVIE
La sous-chef Cathy sta guarnendo un piatto che le sta a cuore, ma la sua chef la gela, imponendole la propria idea di guarnizione. È così che va la quotidianità lavorativa di Cathy; il sogno di aprire un ristorante tutto per sé ha ceduto ormai posto a una continua frustrazione. Tutto può immaginare tranne che la soluzione sia la Brigade del titolo, un gruppo di minori migranti a cui trasmettere giorno per giorno tutta la passione per la cucina e da cui, in cambio, imparare tanto, a livello umano soprattutto. Saranno loro a restituirle la genuinità di un mestiere fatto con le mani, con amore e con la voglia di condividere e prendersi cura degli altri.
Louis-Julien Petit ci presenta, all’apparenza, una storia semplice. Comicità ed ironia ci accompagnano per tutta la prima parte del film, un modo per “rilassare” lo spettatore, che si trova ad assistere ad un feel-good movie. Ed è proprio quando meno te l’aspetti che il film colpisce dritto al cuore.
Con i suoi film precedenti, Louis-Julien Petit aveva fatto capire che il suo cinema è un mezzo per parlare di molte realtà difficili: in Sì, Chef! – La brigade parla della situazione dei migranti minorenni non accompagnati.
LA PAROLA AL REGISTA
“Sin dalle riprese di Les Invisibles (suo precedente lungometraggio) mi sono interessato alla questione dell’integrazione in tutte le sue forme in Francia. Parallelamente alle mie domande, la mia produttrice, mi ha presentato Sophie Bensadoun, sceneggiatrice e documentarista, che aveva l’idea di scrivere una fiction sul tema dell’immigrazione dei minori stranieri non accompagnati attraverso la cucina. Ho trovato l’idea molto interessante, dovevo solo trovare una storia originale e solare. Così ho deciso di indagare, come faccio per ognuno dei miei film. Ho conosciuto Catherine Grosjean, insegnante di cucina in una classe per minori migranti.”
Lo sguardo di Petit osserva la drammatica situazione di giovani ragazzi che sognano un futuro migliore. C’è chi vorrebbe diventare un calciatore, chi uno chef, chi semplicemente studiare, sogni diversi ma un unico timore, quello dell’espulsione. Solidarietà, uguaglianza, accoglienza, fratellanza sono le parole su cui si riflette quando iniziamo ad intravedere la difficile situazione attuale della nostra società che il film vuole denunciare. Francois Truffaut diceva che al cinema si va per riconoscersi o per divertirsi, Si, Chef! – La brigade diverte, ma è anche uno strumento che tocca le corde dell’anima e porta ad immedesimarsi in quei ragazzi che sperano in una possibilità.
Trama a parte, si capisce in fretta che Sì, Chef è un film pieno di buoni sentimenti. Un film dal quale non ti puoi aspettare troppe asperità, o troppi conflitti, perché tutto deve andare nel migliore dei modi possibili.
D’altronde, ammettiamolo, di asperità, difficoltà e conflitti riguardo certe questioni - che poi sono le questioni dei migranti e del loro inserimento nei nostri paesi - ne parla anche troppo, e in maniera troppo strumentale, l’informazione. E allora al cinema ben vengano il messaggio di speranza, e quel modo di raccontare una storia e dei personaggi in maniera magari prevedibile, ma umana, che scalda un po’ il cuore.
Si capisce anche in fretta anche che Sì, Chef è un film capace di un tasso di professionalità assai elevato: vuoi per le scelte di inquadrature e montaggio, vuoi per la recitazione. Vuoi, soprattutto, per una scrittura, la scrittura del regista Louis-Julien Petit e dei suoi co-sceneggiatori Liza Benguigui e Sophie Bensadoun, che è in grado di amalgamare con perizia la risata con la commozione, di raccontare un personaggio allargando lo sguardo fino a comprendere tutta la sua brigata. E pure di lanciare frecciatine ben assestate alle manie televisive contemporanee tutte programmi di cucina e reality show.
Di cucina, in Sì, Chef ce n’è tanta, e ancora una volta vista come atto d’amore e altruismo. Di realtà forse un po’ meno: ma sarebbe bello che quella parte di realtà raccontata dal film, che pure esiste, fosse considerata sempre meno come una favola, e più come qualcosa di quotidiano.
Date e Orari
Genere: Teatro commedia brillante
INDICAZIONI PER L'ACCESSO ALLA SALA |
La biglietteria apre 45 minuti prima della proiezione (il lunedì pomeriggio apre alle 16:00, 30 minuti prima).
Nella zona antistante il cinema e la Chiesa di Rizza è disponibile ampio parcheggio gratuito.
Vi ringraziamo per la collaborazione e vi auguriamo una buona visione!
|
|
|