Il film della prossima settimana sarà Illusioni perdute, film che ha ottenuto 13 candidature a Cesar, e premiato a Lumiere Awards.
Sabato 26 e Domenica 27 febbraio, Cinema Teatro Rizza vi aspetta inoltre con il film di animazione per famiglie assolutamente da vedere, "Il giro del mondo in 80 giorni", un divertente e riuscito adattamento cartoon del romanzo di Jules Verne che raggiunge l'obiettvo di appassionarsi ai suoi personaggi e di divertire.
Lo Staff di Cinema Teatro Rizza
Regia: Xavier Giannoli
Cast: Benjamin Voisin, Cécile De France, Vincent Lacoste, Xavier Dolan, Salomé Dewaels
Genere: Drammatico
Durata: 144 minuti
Date e Orari
Tessere Cineforum oppure Biglietto € 6.50
"Ogni generazione ha le sue illusioni perdute. Xavier Giannoli ha messo in scena le sue, facendo esplodere sullo schermo l'incredibile modernità di un classico"
SINOSSI
Lucien è un giovane poeta in cerca di fortuna. Nutre grandi speranze per il suo futuro ed è deciso a prendere le redini del proprio destino abbandonando la tipografia di famiglia e tentando la sorte a Parigi sotto l’ala protettrice della sua
mecenate. Rifiutato dalla società aristocratica parigina per le sue umili origini e la sua relazione pericolosa con la baronessa, si ritrova solo, senza un soldo, affamato e umiliato e cerca vendetta scrivendo articoli controversi. Nella Parigi tanto
ambita, trova un mondo cinico dove tutto – e tutti – possono essere comprati e venduti.
Tratto dal capolavoro di Honoré de Balzac, una commedia umana con un cast eccezionale tra cui Benjamin Voisin, Xavier Dolan, Vincent Lacoste, Cécile de France e Gérard Depardieu.
ASPETTANDO LA PROIEZIONE
Lucien Chardon, de Rubempré da parte di madre, si sogna scrittore nella campagna di Angoulême. A incoraggiare i suoi versi e la sua ambizione è Madame de Bargeton, sposata a un uomo molto ricco e troppo vecchio per lei. Lui scrive poesie per elle, lei è sedotta dalla poesia. Lo scandalo provocato dalla loro relazione, lo spinge a lasciare la provincia per Parigi e la fama letteraria. Ma la capitale non fa sconti a Lucien, che passa dalle braccia di Madame de Bargeton a quelle di Coralie, attrice plebea a cui si consacra. A cambiargli la vita sarà l'incontro con Étienne Lousteau, redattore corrotto e corruttore di una piccola gazzetta di successo, che lo inizia al mestiere: fare il bello e il cattivo tempo sul mondo del teatro e dell'editoria. Fresco nel suo stupore, Lucien impara presto 'la commedia umana' e supera il maestro in perfidia. A colpi di penna abbatte l'aristocrazia che lo ha rifiutato e gli nega il titolo nobiliare che vorrebbe dannatamente riprendersi. A sue spese imparerà che tutto si compra e tutto si vende, la letteratura come la stampa, la politica come i sentimenti, la reputazione come l'anima.
INTERVISTA AL REGISTA - Xavier Giannoli
Come è nato il desiderio di adattare ILLUSIONI PERDUTE al cinema?
Ho scoperto il romanzo quando avevo circa 20 anni, praticamente l'età di Rubempré.
Stavo studiando Lettere e ho avuto la fortuna di avere un insegnante di nome Philippe Berthier, diventato da allora un grande specialista de La Commedia Umana. Ho frequentato la Sorbona per stare nel quartiere dei cinema. Non sapevo ancora come ma volevo dedicarvi la mia vita. Tutto si ricollegava al cinema, in un modo o nell'altro...
Allora ho cominciato ad accumulare note, riferimenti visivi, studi di critici, poichè i critici di ogni schieramento avevano rivalutato Balzac. E per quanto mi ricordi, ho sempre avuto l'idea di fare un adattamento cinematografico delle "Illusioni". Ma non voglio colorare le immagini del romanzo, plagiare goffamente la narrazione in un adattamento accademico. L'arte si nutre di ciò che brucia.
Il cinema è per natura la trasfigurazione di una realtà o di un libro. Altrimenti a che serve?
Qual è questo momento della storia in cui si svolge il romanzo, nella prima metà del XIX secolo?.
Dopo aver esplorato il libro e la sua storia per anni, ho avuto bisogno di liberarmene, di concentrarmi su ciò che il testo mi ispirava come sensazioni, come sentimenti, un po' come ciò che potrebbe suscitare una musica.
Ed è ascoltando molta musica che ho sentito il romanzo diventare cinema. È la musica che mi ha riportato a ciò che si cerca al di là delle parole nell’industria cinematografica, soprattutto quando si tratta di un adattamento letterario. Alcuni brani si sono imposti per caso ai miei gusti. Vi trovavo un modo originale di affrontare il lavoro di adattamento, come per esempio quel pezzo di Vivaldi «L'inquietudine» che si sente in apertura del film. È una musica barocca del XVIII secolo rielaborata in uno stile «romantico» da Karajan. Epoche diverse scoprono così un'armonia segreta, come la nostra con quella di Balzac. Max Richter è andato ancora più lontano «riscrivendo» liberamente Le Quattro stagioni di Vivaldi, come per esprimerne lo spirito e la modernità senza tradire l'opera... Ascoltavo anche e soprattutto il concerto per 4 pianoforti e orchestra di Bach, la sua incredibile architettura «corale» dove i temi sembrano dialogare da un pianoforte all'altro. Pensavo a tutti quei personaggi, all'armonia che c'era nell'adattamento per legare tutte quelle linee di vita, tutte quelle voci, tutti quei toni, il tragico e il comico.
È così che si è imposto il «movimento», la sensazione estremamente fisica del movimento, sia esso musicale o semplicemente quello dei corpi nei saloni, nei vari quartieri di Parigi, ma anche il grande movimento di una civiltà in piena evoluzione. Bisognava esprimere questa velocità e questo movimento, farne una messa in scena. L'intervento di Jacques Fieschi sulla sceneggiatura è stato molto importante per aiutarmi a cogliere il senso del film. Mi ha fornito un approccio sensibile ai personaggi, mi ha aiutato ad umanizzare le loro relazioni quando Balzac mi sembrava troppo beffardo e punitivo.
Qual è questo momento della storia in cui si svolge il romanzo, nella prima metà del XIX secolo?
Spesso si mette in relazione questo momento della nostra storia con «la nostra epoca». Alcune somiglianze sono inquietanti, in effetti...
Dopo il sangue della Rivoluzione e le guerre dell'Impero, la società francese aspira ad una forma di pacificazione. Vuole godersela, divertirsi... Luigi XVIII è al potere e cerca compromessi. L'aristocrazia ha restaurato i valori della monarchia, ma la nuova società borghese aspira a conquiste sociali, politiche e soprattutto economiche.
Luigi XVIII fu così una sorta di Re del «allo stesso tempo», decisamente conservatore ma che non poteva ignorare il progresso in marcia. C'era la Francia «dal basso», quella dal basso delle mura di Angoulême, e i nobili «dall'alto», sulla collina. Non è un caso che Rastignac (in Papà Goriot) e Rubempré vengano entrambi da questa città di provincia la cui topografia esprime questa frattura sociale che i due giovani ambiziosi vorranno scavalcare, ciascuno a modo suo. Ma Parigi non è solo essere lì, ma farne parte. La ricca aristocrazia parigina era anch'essa ripiegata su sé stessa, gelosa dei propri privilegi. Per trovare il proprio posto, occorrerà dunque accettarne le nuove «regole» imposte dall'ossessione del profitto, anche a costo di rinunciare ai propri valori. «Che cosa ci hanno fatto?» chiederà Louise a Lucien alla fine del film. Sono affascinato da questo titolo di un romanzo sconosciuto di Balzac: «Attori senza saperlo». Come se in questa società dello spettacolo non ci fosse altra scelta se non quella di recitare questa commedia, nostro malgrado. Scendendo da Angoulême pieno di illusioni, Lucien farà il duro apprendimento di queste false apparenze e perderà parte delle sue belle aspirazioni.
Questo tema dell'innocenza perduta, dello «spreco di sé», di ciò che c'era di bello e prezioso in sé, mi tocca particolarmente. Questo modo insidioso per cui in un’epoca un certo ambiente porta a rinnegare i propri ideali, i più bei «valori». Così, il giovane poeta idealista di Angoulême finirà a Parigi scrivendo annunci pubblicitari quando avrebbe voluto fare un'opera. È caduto nella trappola del «tutto e subito» ... e anche Lousteau confesserà: «Eppure ero buono... Anch'io avevo il cuore puro». Balzac ha visto tutti questi giovani talenti sprecarsi, perdersi in questo specchio per allodole. Seguendo l'esempio del piccolo corso diventato imperatore del mondo, questa gioventù sognava conquiste, vendetta sociale, ma ormai lontano dai campi di battaglia.
L'eroismo diventa arrivista, monetizzabile. È anche in questo periodo che sarà creata la prima università di economia! Ma attenzione: Lucien non è una vittima. Sarebbe troppo facile. Balzac vede anche l'affascinante seduzione di questo «nuovo mondo». Crudeltà e malinconia sono due note che ho voluto far risuonare nel fragore del vortice.
Esattamente, che mondo è questo che Balzac vede nascere davanti ai suoi occhi?
Nel periodo in cui Balzac scrive le Illusioni, Marx è per le strade di Parigi e Thackeray prepara Barry Lindon che sarà pubblicato in soap opera un po' più tardi. Si potrebbero trovare decine di altri esempi di autori che hanno capito che il mondo era entrato nelle «acque gelide del calcolo egoistico» per riprendere una formula cara ai marxisti. Il critico Georg Lukacs ha scritto pagine magnifiche su questo grande romanzo della «capitalizzazione degli spiriti» e della «mercificazione del mondo». Balzac vede questo momento in cui l'essere degenera in avere e l’avere degenera in apparire raccontando infatti anche la conversione della Francia al capitalismo... I danni umani, politici, spirituali e artistici provocati da questo terremoto.
Così, diventando il profitto il valore cardine, si può ancora sapere che cosa ha veramente «valore» in questo mondo di Illusioni, cosa ha veramente «senso»?
Penso a quei libri che l'editore Dauriat non leggerà nemmeno, o ancora il romanzo del giovane Nathan di cui Rubempré finirà per dire che dopo la sua costosa "lezione critica", non sa nemmeno più se lo trova «buono o cattivo», o ancora quelle commedie fischiate o applaudite da “claqueurs” stipendiati. Una questione essenziale si pone qui: quella della possibilità del significato nel mondo moderno. Cos'è che ha ancora un significato in un mondo in cui tutto si valuta a un valore di mercato? Il giovane poeta Rubempré sarà così cacciato e la giovane attrice sacrificata dal branco come in un rituale pagano. L'arte ha ancora un posto in questo mondo?
Mi sembrava particolarmente interessante che queste domande fossero poste in un movimento cinematografico, la macchina delle illusioni per eccellenza, lo spettacolo della vita... e della morte.
TUTTA LA PROGRAMMAZIONE DA SABATO 26 FEBBRAIO 2022 |
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Informazioni relative alle modalità di fruizione dei film sulla base della normativa attualmente vigente:
Si invita a seguire le indicazioni della segnaletica orizzontale e verticale predisposta.
E' garantita la pulizia e disinfezione della sala ad ogni utilizzo.
Attenzione: la biglietteria apre 45 minuti prima della proiezione (il lunedì pomeriggio apre alle 16:00, 30 minuti prima).
Vi ringraziamo per la collaborazione e vi auguriamo una buona visione!
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