
Benritrovati a tutti i tesserati Cineforum Rizza
Siamo arrivati al terzo film della rassegna, eccolo:
FILM N.3 - I profumi di Madame Walberg
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Regia: Grégory Magne
Cast: Emmanuelle Devos, Grégory Montel, Gustave Kervern, Zéli Rixhon, Sacha Bourdo, Sergi López, Jeanne Arènes
Genere: Commedia
Date e Orari
- Lunedì 18 Ottobre, 16:30
- Lunedì 18 Ottobre, 21:00
- Martedì 19 Ottobre, 20:30
Tessere Cineforum oppure Biglietto € 6.50
"Una delizia di film fatto con grazia, sapienza e competenza. Una narrazione leggera che procede per sottrazione. Tutto è accennato, mai insistito, mai esagerato, mai banale, mai prevedibile. Il cinema fa il suo mestiera e per tutta la durata della visione, la vita sembra un luogo dominato da armonia dove è bello stare".
FILM N.3 - I profumi di Madame Walberg
Aspettando la proiezione...
I Profumi di Madame Walberg, il film diretto da Grégory Magne, segue la storia di Anne Walberg (Emmanuelle Devos), una donna un pò altezzosa e poco cordiale, con una grande fama nel campo dei profumi. Anne produce incredibili fragranze che rivende a diverse aziende di alto livello. Abituata a comportarsi come una diva, visto il suo talento e successo, Anna, ama stare da sola e si preoccupa solo di se stessa, è una donna puntigliosa dalle grandi pretese. Guillaume Favre (Grégory Montel), è il suo autista, un uomo solare, dal carattere aperto e allegro. Guillaume ha appena divorziato da sua moglie, si sta trasferendo in una nuova casa e sta cercando di ottenere l'affido di sua figlia. In un momento così complicato, per Guillaume il lavoro rappresenta l'unico punto fermo. Anne e Guillaume, sono molto diversi tra loro, hanno caratteri opposti e spesso si scontrano, litigano e poi fanno pace, contaminandosi l'uno con l'altro e mescolando la loro "essenza", proprio come avviene con i profumi. Tra i due nascerà a poco a poco un'intensa amicizia che li trasformerà e li spingerà a riappropriarsi della propria vita.
INTERVISTA AL REGISTA GREGORY MAGNE
Come è nata l'idea di questo incontro inaspettato tra "un naso" e un autista privato?
Grégory Magne: Ci sono due ingredienti. Il primo è ovviamente l'idea dell'olfatto. Sono sempre stato colpito dal potere dei ricordi olfattivi, di come un odore possa riportare a un viso o a un luogo sepolti, addirittura dimenticati, come l'odore di quel prodotto domestico che mi ricorda così fortemente il cortile della mia scuola materna. Un giorno, in metropolitana, mentre sentivo un profumo, mi sono chiesto come qualcuno con un olfatto molto più sensibile della media possa percepire il mondo e che effetto questo possa avere sul suo carattere. Era stimolante in termini di sceneggiatura e di messa in scena: dover suggerire gli odori e trovare le situazioni che facessero capire allo spettatore ciò che vive il personaggio.
Il secondo ingrediente è l’incontro amichevole. Un incontro romantico è abbastanza codificato e delineato (uno sguardo, un’emozione, l'eccitazione di sapere se piacciamo all'altro, ecc.), invece un incontro amichevole, secondo me, è qualcosa che non vediamo mai arrivare nella vita. A volte diventiamo amici persino di persone che all'inizio non ci piacevano particolarmente, o che addirittura non ci piacevano; poi a forza di momenti condivisi, momenti forti ma anche momenti deboli, anche con quei silenzi che si possono condividere in macchina, un giorno, attorno a un microevento, ci si guarda e ci si rende conto di essere amici. Trovo interessante da raccontare e da interpretare perché sono cose meno ovvie, meno energiche e un po' più sottili delle storie d'amore.
L’elemento dell’autista permette anche al film di aprirsi, di muoversi, una sorta di road movie.
Innanzitutto mi piace filmare la provincia. Poi, essere ostaggi l'uno dell'altro in una macchina è sempre una situazione fertile, soprattutto quando non si va particolarmente d'accordo o non si ha molto in comune. Avevo anche il ricordo di una persona reale che era stata l'autista di Daniel Balavoine, di Nathalie Baye e del ministro Jean-Louis Borloo, un percorso incredibile che mi ha fatto chiedere cosa quest'uomo, che era di estrazione piuttosto modesta, aveva potuto raccogliere da queste persone durante tutti quei chilometri, quello che gli avevano detto, quello che aveva visto nello specchietto retrovisore, ecc.
Il racconto ovviamente introduce dei colpi di scena, ma evita accuratamente la drammatizzazione. Perché?
Mi viene dal documentario che ho praticato e che amo. Nel documentario, non potendo cogliere tutto, dobbiamo raccontare la storia con quello che abbiamo, e ti rendi conto che lo spettatore sa leggere molto bene tra le righe, nelle ellissi, e che capisce molte cose, molto più velocemente di quanto spesso pensiamo. Tutto sta poi nel giocare di sottrazione e fidarsi di uno sguardo che dica la cosa giusta perché ha la durata perfetta.
Che cosa l’ha spinto a scegliere Grégory Montel nel ruolo di Guillaume?
Conosco Grégory da quasi dieci anni. All’epoca, stavo scrivendo L’Air de Rien con Stéphane Viard e Michel Delpech ci ha presentato Dominique Besnehard (rinomato attore, produttore e casting director francese), al quale ho descritto il personaggio. Grazie al suo incredibile talento per il casting, ci ha suggerito Grégory Montel. Così, l’abbiamo incontrato una mattina in un caffè e abbiamo parlato senza sosta. Ci è piaciuto così tanto che non abbiamo più voluto incontrare nessun altro per il ruolo. Grégory Montel possiede un’umanità autentica e inconfutabile. Nel caso di Les Parfums, ho scritto il ruolo direttamente per lui. E siccome lo conosco molto bene, so esattamente cosa aspettarmi da lui.
Quando ha capito che Emmanuelle Devos era l’attrice giusta per la parte?
Precedentemente alla prima stesura della sceneggiatura, avevo già accostato le foto di Grégory Montel ed Emmanuelle una accanto all’altra. Probabilmente, il suo olfatto sviluppato mi ha ricordato il film Sulle mie labbra di Jacques Audiard. Non ci conoscevamo e un mercoledì sera ho mandato la sceneggiatura al suo agente. Il giovedì mattina, Emmanuelle l’aveva già letta tutta, apprezzandola molto. Ci siamo conosciuti il venerdì, e in meno di 48 ore, avevamo trovato un accordo. Emmanuelle si è ritrovata nel lato introverso del personaggio, la riportava alla sua adolescenza. La sottigliezza richiesta per interpretare le scene da “naso” le piaceva. L’atmosfera da commedia l’ha affascinata perché non le viene proposto spesso. Grégory e Emmanuelle richiamano universi e pubblici diversi, e questo è senz’altro un punto di forza del film. In più, i due hanno anche tecniche di recitazione differenti. Emmanuelle è molto precisa ed ha un’abilità straordinaria nell’individuare l’anima di ogni scena e renderla impeccabile in un solo ciak. Grégory, invece, è più spontaneo e riesce sempre a leggere tra le righe. Il loro modo di fare riflette esattamente i ruoli che interpretano: uno diligente, l’altro spontaneo.
Anche se è pieno di momenti divertenti, il film non è solo una commedia…
È affascinante vedere come l’umorismo sia percepito da ogni spettatore in modo soggettivo. A tal proposito, apprezzo le commedie che suggeriscono delle idee, senza essere troppo esplicite o didascaliche, perché trovo che rispecchino al meglio il modo in cui ridiamo delle cose. E Les Parfums ne è un esempio. Quando i protagonisti sono due innamorati, raccontiamo le loro stranezze, le loro preoccupazioni, le loro crisi e il loro rappacificamento. Mentre se i protagonisti sono legati da un’amicizia come quella di Anne e Guillaume, i dettagli sono molto più piccoli e sottili. Lo spettatore non ha bisogno di vederli baciare, chiamarsi con nomi affettuosi o consolarsi per capire quanto si siano aiutati a vicenda per ritrovare la fiducia in loro stessi.
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TUTTA LA PROGRAMMAZIONE CINEMA DAL 16 AL 26 OTTOBRE
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DOMENICA 17
ORE 16:30 e 20:30
LUNEDì 18
ORE 16:30 e 21:00
DOMENICA 24
ORE 16:30 e 20:30
LUNEDì 25 ORE
16:30 e 21:00
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